L’ambiente e il futuro del pianeta. L’analisi del professor Chelazzi
I grandi eventi che hanno determinato i cambiamenti ambientali da miliardi di anni fa a oggi. Un’analisi scientifica puntuale, quella svolta dal professor Guido Chelazzi, professore emerito dell’Università degli Studi di Firenze, dove è stato docente di Ecologia e presidente del Museo di Storia Naturale, attualmente presidente della Colombaria Accademia Toscana di Scienze e Lettere, in occasione della conferenza tenuta giovedì 23 maggio in Sala Polivalente di Civica Biblioteca a cura di Amici di Civica.
Cambiamenti ambientali e antropologici che sono stati enormi, così come li avrebbe osservati un extraterrestre nel corso dei millenni. E ovviamente il grande protagonista di tali cambiamenti è soprattutto la specie umana, la più invasiva e determinante nella manipolazione dell’ambiente. E, spiega il professor Chelazzi, a dare all’uomo questa possibilità non è stata solo la maggiore capacità intellettiva rispetto alle altre specie viventi, quanto – in primo luogo – l’innata attitudine di questa specie a socializzare, costruendo comunità e collaborando. Questo in primo luogo, nel bene e nel male, ha permesso all’uomo di realizzare cose come nessun altro essere vivente su questo pianeta potrebbe fare.
Ma avvicinandosi ai giorni nostri, emergono problematiche non solo ambientali, come quelle climatiche, ma anche culturali strettamente correlate: dati alla mano il professor Chelazzi ha evidenziato un nodo culturale ben presente nelle società contemporanee: il maggior benessere viene ricercato attraverso una sempre maggiore quantità di consumi che a loro volta determinano rischi per l’ambiente, come nel caso della plastica. E, in tempi attuali, si registrano nuovi fenomeni patologici, come la dipendenza da una realtà virtuale sempre più invasiva che tende a spezzare i legami e le relazioni sociali.
Poi la crescita demografica, che inevitabilmente produce tensioni sociali.
Una visione pessimistica dunque? Il professore su questo alza le mani e offre al folto pubblico presente una possibile via di salvezza: la specie umana, estremamente invasiva, nei millenni ha sempre saputo trovare nuovi spazi per ricreare le proprie comunità. E qui scienza e fantascienza si incontrano e nell’immagine dei presenti si intrecciano magari spezzoni di film come Interstellar, con la razza umana alla ricerca di nuovi pianeti abitabili.